Mese: Marzo 2022

Backup, un’azienda su quattro non fa nulla

Se si pensa che i nostri dati rappresentano uno dei “tesori” più importanti che abbiamo, anche solo immaginare che un’azienda italiana su quattro non abbia nessuna soluzione di backup sembra impossibile. Eppure è proprio così. Lo scenario emerge dall’indagine BVA Doxa per Aruba in occasione del World Backup Day, giornata che cade ogni 31 marzo. 7 aziende ogni 100 sono vittime di una perdita di dati, ciononostante quasi la metà di queste non sa quantificare economicamente il danno subito Il 27% delle piccole e medie imprese italiane non possiede un backup, dato che sale fino al 43% tra le sole piccole imprese.

Cosa fanno le imprese tricolore

Solo il 73% delle aziende intervistate ha dichiarato di disporre di una soluzione di backup, dato che scende al 57% quando si parla di piccole imprese e che sale ad un più incoraggiante 87% quando ci si interfaccia con le medie imprese. Tra quanti utilizzano soluzioni di backup in azienda, il 62% dei rispondenti ne dispone da oltre 5 anni ma è solo il 3% ad essersene dotato nel corso del 2021, sintomo che l’accelerazione della digital transformation registrata nel corso degli ultimi due anni non ha determinato un aumento in parallelo della attenzione alla conservazione dei dati e alla propria sicurezza digitale.
In dettaglio, è il 57% delle aziende intervistate a disporre di un backup in cloud, ossia la soluzione grazie alla quale i file vengono criptati e sincronizzati in tempo reale sui server del data center che ospita il servizio, rendendo il backup pienamente sicuro. Riguardo al cloud backup, le piccole imprese risultano a sorpresa più virtuose: è il 60% ad esserne dotato a fronte del 54% delle medie imprese.

C’è ancora chi non è interessato

Tra l’altro, è davvero sorprendente che tra quanti non hanno un sistema di backup il 71% non è interessato ad introdurne uno in azienda neanche nel lungo periodo. Le ragioni di questa scarsa propensione risiedono principalmente nel ritenere di avere pochi dati da salvaguardare o nel non trattare dati sensibili, dimostrando quindi una scarsa percezione del potenziale pericolo. Invece, a conferma dei rischi, 7 aziende su 100 hanno sperimentato una perdita di dati e per il 34% di queste la causa scatenante è riconducibile ad un sistema di backup inefficace o non adeguato. In media, le aziende coinvolte da una perdita di dati hanno subito un downtime di quasi 2 giorni ed il 43% di queste non saprebbe quantificare economicamente i danni causati dall’incidente. La metà degli intervistati, invece, dichiara in modo netto che la perdita di dati ha causato un rallentamento sul lavoro (52%) e delle conseguenze economiche seppur non facilmente quantificabili (43%).

Lombardia, riparte il mercato del lavoro: i dati del IV trimestre 2021

Buone notizie per quanto riguarda il mercato del lavoro lombardo. Inutile negare che gli ultimi due anni, segnati dalla pandemia e dalle difficoltà, siano stati duri. ma la regione, ancora una volta, dimostra un’incredibile resilienza e una forte dinamicità anche sul fronte occupazionale. A dirlo è l’Indagine sulle Forze di Lavoro relativi al quarto trimestre 2021 Istat ha ripreso la diffusione dei dati regionali, mettendo a disposizione per la prima volta le informazioni sul 2021 e rivedendo la serie storica a partire dal 2018. Si tratta di dati ancora parziali, ma che consentono di valutare le dinamiche che hanno interessato il mercato del lavoro regionale in questi anni di forti cambiamenti.

La fotografia del IV trimestre

Nel quarto trimestre 2021 il numero di occupati in Lombardia, secondo le stime Istat, è pari a 4 milioni e 418 mila individui, un numero in crescita su base annua (+120 mila unità, pari al +2,8%) ma ancora inferiore ai livelli del 2019 (-42 mila, pari al -0,9%). Si tratta del terzo incremento trimestrale positivo, che certifica la fase di crescita registrata dall’occupazione lombarda a partire dal secondo trimestre del 2021, dopo un anno di segni negativi dovuti agli effetti della crisi innescata dalla pandemia. Il tasso di occupazione si attesta al 67,8 (era 68,5 nel quarto trimestre 2019), con la componente femminile che ha già superato i valori pre-crisi, mentre quella maschile risulta ancora inferiore di circa due punti: si riduce quindi il gap di genere, passando da 16,2 a 13,2 punti.
Il tasso di disoccupazione scende al 5,4, in calo rispetto ai valori dei due anni precedenti, mentre quello di attività si attesta al 71,7: la partecipazione al mercato del lavoro lombardo si conferma in crescita negli ultimi trimestri, ma con un divario ancora consistente rispetto ai livelli pre-crisi (1,2 punti).

In calo la Cassa Integrazione

Un altro segnale positivo è rappresentato dal processo di riassorbimento della Cassa Integrazione: nel 2021 le ore autorizzate diminuiscono del -41,6%, pur rimanendo su valori storicamente elevati. Commenta così Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia: “La Lombardia si conferma una regione caratterizzata da alti livelli occupazionali, con un tasso superiore alla media nazionale di oltre otto punti a differenza di quanto accaduto in Italia, però, nella nostra regione non sono ancora stati raggiunti i valori pre-crisi. Ora si tratta di recuperare pienamente la partecipazione al mercato del lavoro supportando imprese e istituti formativi per un incontro efficace tra domanda e offerta di lavoro”.

Telefonia mobile, investimenti di 600 miliardi di dollari dal 2022 al 2025

La conferma arriva dal secondo il rapporto della GSMA Intelligence, The Mobile Economy: tra il 2022 e il 2025 gli operatori del settore mobile di tutto il mondo dovranno affrontare investimenti per una cifra superiore ai 600 miliardi di dollari. L’85% degli investimenti totali sarà rappresentato dal passaggio alle reti 5G, la cui adozione in rapida crescita porterà a un numero di connessioni prossimo al miliardo nel corso del 2022. Entro il triennio che porta al 2025 il rapporto stima che il 5G coprirà un quarto delle connessioni mobili globali. In pratica, due persone su 5 sfrutteranno la nuova connessione.

La crescita del 5G e le aspettative sui mercati con livelli di reddito modesti

Lo slancio del 5G è stato accentuato da una serie di fattori, tra cui la ripresa economica del post Covid-19, l’aumento delle vendite di telefoni 5G, l’espansione della copertura della rete e gli sforzi di marketing degli operatori mobili. A oggi, la crescita dell’utilizzo del 5G è trainata dai mercati più avanzati, Usa, Cina, e Corea del Sud. Ma una nuova ondata di implementazione del 5G nei grandi mercati con livelli di reddito modesti, come Brasile, Indonesia e India, potrebbe incentivare ulteriormente la produzione di massa di dispositivi 5G più convenienti, che a sua volta potrebbe rafforzare ulteriormente la crescita degli abbonati.

Nel 2021 tecnologie e servizi mobili valgono 4,5 trilioni di dollari

A fine 2021 circa 5,3 miliardi di persone risultano abbonate a servizi mobili di tutte le generazioni, rappresentando il 67% della popolazione mondiale. Nel 2021, il valore delle tecnologie e dei servizi mobili hanno generato 4,5 trilioni di dollari, più o meno il cinque per cento del Pil a livello globale, e la cifra sembra essere destinata a raggiungere i 5 trilioni entro il 2025. Cresce poi in generale in tutto il mondo la connettività mobile: gli investimenti in infrastrutture di rete da parte degli operatori hanno ridotto il divario di copertura da un terzo della popolazione mondiale ad appena il 6%. Tuttavia il digital divide non è colmato. Nonostante sia raggiunta dalla rete di banda larga mobile, il 41% della popolazione mondiale non utilizza i servizi di Internet mobile, pari a 3,2 miliardi di persone. 

Cala l’adozione del 4G, ma c’è ancora un margine di crescita

Le ragioni di questo divario di utilizzo variano in base alla regione, e includono prezzi dei servizi troppo alti e mancanza di competenze per l’uso del mobile Internet. Inoltre, con l’accelerazione dell’adozione del 5G nei mercati principali come Cina, Corea del Sud e Stati Uniti, il 4G inizia a vivere una fase di contrazione. A livello globale, l’adozione del 4G rappresenterà il 55% delle connessioni totali entro il 2025, in calo rispetto al picco del 58% nel 2021.
Ma il 4G ha ancora spazio per crescere nella maggior parte dei mercati in via di sviluppo. Nell’Africa subsahariana, ad esempio, l’adozione del 4G è inferiore a un quinto delle connessioni totali.