Mese: Aprile 2022

Assegno unico, già richiesto per oltre 7 milioni di figli

L’assegno unico e universale è già stato richiesto per 7.259.181 figli. Le domande complessive inviate all’Inps sono state, da inizio anno a oggi, 4.497.281. Ma c’è ancora tempo fino al prossimo 30 giugno per richiedere anche gli arretrati, calcolati a ritroso dal marzo 2022. La quasi totalità delle domande, riporta Adnkronos, è stata elaborata in modo automatizzato. Quelle in esame alle sedi per verifiche non automatizzabili sono solo lo 0,5%. Nessuna documentazione è stata chiesta ai cittadini e tutte le informazioni necessarie alla istruttoria sono state reperite da archivi Inps o di altri enti collegati in interoperabilità con Inps (Anpr, Agenzia entrate, ministero dell’Interno, Miur etc). Come riferisce Adnkronos, solo per meno dello 0,5% delle domande è stata chiesta della documentazione ai cittadini a comprova del possesso dei requisiti, quando tale documentazione non è stata reperita in automatico dalle banche dati della pubbliche amministrazioni.

Come funzionano i pagamenti?

Per quanto riguarda i pagamenti dell’assegno, l’Inps sta elaborando quelli relativi alle domande pervenute ad aprile, che sono state già oltre 392mila. I pagamenti per domande di aprile saranno avviati nella prima settimana di maggio, insieme ai rinnovi degli assegni per le domande pervenute in precedenza. Dopo il 30 giugno l’assegno decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione e il pagamento è effettuato dal mese successivo a quello di presentazione della domanda.

Come si può presentare la domanda?

L’assegno unico universale (Auu) viene versato alle famiglie attraverso una procedura semplice e innovativa. La domanda può essere presentata sul sito web Inps, oppure tramite patronato o contact center. Per le domande presentate entro il 30 giugno 2022 saranno pagati gli assegni, se spettanti, a partire da marzo. Non è necessario avere un Isee al momento della domanda, in assenza di tale indicatore, o in presenza di un Isee superiore ai 40mila euro, l’assegno è corrisposto comunque, ma calcolato all’importo minimo previsto dalla norma. I percettori di rdc non devono presentare domanda, ma sarà loro riconosciuto d’ufficio l’assegno da Inps. La procedura è semplice, e per accedervi l’utente deve avere lo Spid. L’utente troverà quindi precompilati nella prima pagina (dopo la home page che presenta i vari applicativi che permettono la domanda e la sua gestione) i suoi dati anagrafici. Deve quindi inserire i dati dei figli, un figlio alla volta. Le pagine da compilare sono al massimo 3, sono navigabili, e l’utente può sempre tornare in una precedente per modificare i dati già inseriti. 

Tra 2019 e 2021 al Sud -125mila occupati

La pandemia ha reso il Sud ancora più debole sotto il profilo occupazionale. Il calo degli occupati, passati da 6.093mila del 2019 a 5.968mila del 2021, per una perdita di circa 125mila unità (-2,1%), è stato solo in parte attenuato dal boom del settore edile, l’unico a registrare un saldo positivo (+60mila occupati). Secondo il dossier Il lavoro nel Mezzogiorno tra pandemia e fragilità strutturali, della Fondazione studi consulenti del lavoro, alla base della contrazione occupazionale ci sono le criticità di un’economia e di un sistema lavoro che non riescono a invertire la parabola discendente. Ma il dossier evidenzia anche la depressione dell’offerta di lavoro e il deterioramento della già bassa qualità dello stesso.

Su 10 contratti 4 sono temporanei o part time

Nel biennio 2019-2021 le persone in cerca di lavoro al Mezzogiorno sono diminuite di 129mila unità, -9,9% rispetto al -3,6% del Centro Nord. Il tasso di inattività tra la popolazione in età lavorativa è passato dal 45,4% del 2019 al 46,2% del 2021, collocandosi sopra il resto del Paese di 16,3 punti percentuali.  La crisi, inoltre, ha evidenziato la precarizzazione dell’occupazione meridionale. Nel 2021, su 10 contratti attivati 4 risultano temporanei e part time (nel Centro Nord la percentuale è del 28,1%). Di contro, si è ridotta la quota delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato, passata dal 32,1% del 2014 al 17,1% del 2021.

Al Sud si amplia il divario di genere

Ma un altro fattore è l’impoverimento del lavoro. Il calo degli stipendi, insieme alle difficoltà vissute dai lavoratori autonomi, durante la pandemia ha incrementato il numero di famiglie in situazioni di povertà anche tra gli occupati.  Al Sud, poi, diversamente dal resto d’Italia, si amplia il divario di genere. Nel biennio 2019-2021 le donne hanno registrato una perdita occupazionale (-2,7%) di gran lunga superiore a quella degli uomini (-1,7%), e in generale, il tasso di occupazione femminile nel Mezzogiorno si attesta al 33%, -23,8% di quello maschile, e 25 punti sotto quello del Centro Nord.
Ma non è tutto: la questione giovanile nel Mezzogiorno è da anni una vera e propria emergenza nazionale.

Un diffuso atteggiamento di disaffezione al lavoro

Alle ataviche criticità del contesto meridionale (scarsità di opportunità lavorative, precarietà del lavoro, calo demografico), si è aggiunto un diffuso atteggiamento di disaffezione e allontanamento dal lavoro. Tra il 2010 e il 2020 al Sud si è registrato un calo di quasi 400mila occupati tra i giovani con meno di 35 anni, soprattutto tra i giovanissimi di 15-24 anni.
“L’economia meridionale negli ultimi vent’anni ha visto crescere sempre più il proprio divario rispetto al resto del Paese – spiega Rosario De Luca, presidente di Fondazione Studi -. In tale contesto, qualsiasi politica occupazionale rischia di avere il fiato corto, in assenza di interventi che permettano un vero rilancio del Mezzogiorno”.

Salute, il 53% degli italiani si informa su Internet

Per avere informazioni sulla salute gli italiani non fanno riferimento al medico o allo specialista. Almeno, non tutti. Il 53% dei nostri connazionali tra i 16 e i 74 anni di età preferisce usare Internet. In pratica una persona su due. Si tratta di un dato appena leggermente inferiore alla media europea, che si attesta al 55%. A confermarlo sono gli ultimi dati Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, riferiti all’anno 2021.
In particolare, su Internet i cittadini italiani ed europei cercano notizie relative alle malattie o alle cure, ma anche consigli per migliorare in generale il proprio benessere fisico. Ad esempio, cercando online informazioni e consigli sull’alimentazione. 

Un’abitudine sempre più diffusa in tutta Europa: +26% in dieci anni

Un’abitudine sempre più diffusa in tutta Europa, se si considera che nel 2011 la quota di europei che usavano il web per trovare informazioni sanitarie era del 38%, il 17% in più rispetto a dieci anni fa.  E in Italia nell’ultimo decennio il salto in avanti è stato addirittura di 26 punti percentuali: era il 27% nel 2011, e nel 2021 sale al 53%. Nell’ultimo decennio l’aumento è avvenuto in tutta Europa, anche se, secondo i dati diffusi da Eurostat, il salto più elevato è stato registrato a Cipro (+46% rispetto al 2011), seguita dalla Repubblica Ceca (+33), da Malta (+32) e Spagna (+31).

In Finlandia l’80% dei cittadini cerca risposte online su salute e benessere

La percentuale di persone che cercano informazioni sanitarie online per scopi privati continua comunque a essere molto diversa tra gli Stati membri. La quota maggiore, nel 2021, è stata registrata in Finlandia (80%), seguita da Paesi Bassi e Norvegia (entrambe con il 77%), Danimarca (75%) e Cipro (74%). Per le quote più basse bisogna guardare alla Bulgaria (36%), alla Romania (40%), alla Germania (45%) e alla Polonia (47%), riferisce Ansa.

La banca dati sanitaria della UE

Insomma, i cittadini della UE cercano online informazioni sanitarie relative a lesioni, malattie, alimentazione, migliorare la salute e il benessere. 
La pagina panoramica di Eurostat, sulla salute funge da punto di accesso a un’ampia gamma di dati disponibili, incentrati sulla salute pubblica e sulla salute e sicurezza sul lavoro. La sezione dedicata dà accesso diretto alla banca dati sanitaria, che contiene sezioni su stato di salute, determinanti sanitari, assistenza sanitaria, disabilità, cause di morte, e salute e sicurezza sul lavoro.  Se si cercano dati con analisi di accompagnamento, si può trovare la sezione Eurostat Statistics Explained, che contiene un elenco di tutti gli articoli e le pubblicazioni relative alla salute.