Consumatori e trasformazione digitale, nuove regole per le Pmi

Secondo un’indagine Istat, l’80% delle imprese italiane con almeno 10 addetti si colloca ancora a un livello ‘basso’ o ‘molto basso’ di digitalizzazione, e un numero ridotto di Pmi ha avviato vendite online. Ma dai risultati del sondaggio condotto da Vista sulle abitudini dei consumatori italiani emerge che a causa della pandemia, quasi il 90% ha acquistato online molto più di prima. Sebbene fare acquisti nei piccoli negozi di quartiere sia un’esperienza gradevole per molti (85%), una percentuale significativa (35%) riconosce che doversi recare nei negozi fisici rappresenta spesso un inconveniente.
Soprattutto per la mancanza di disponibilità degli articoli cercati (27,5%), la preoccupazione di ritrovarsi vicino a persone affette da Covid-19 (23,5%), le code per pagare (23%), o gli orari di attività, non sempre adeguati alle esigenze dei consumatori (16,5%).

Svantaggi e vantaggi dello shopping online

Quanto alle principali cause di frustrazione riscontrate durante lo shopping online, i consumatori evidenziano l’impossibilità di toccare i prodotti prima di acquistarli (50%), parlare con qualcuno che possa fornire consigli (21%), e acquistare i prodotti delle piccole imprese rive di una presenza online.
Per quanto riguarda i vantaggi, gli italiani danno maggiore importanza ai fattori quali la possibilità di fare acquisti comodamente da casa (34%), procurarsi prodotti di diverso tipo senza recarsi in più luoghi (22%), confrontare i prezzi e scegliere ciò che si adatta meglio alle proprie tasche e necessità (18,5%), gestire una lista dei desideri o un carrello della spesa virtuale per un lungo periodo fino a quando non si è pronti ad acquistare (5,5%).

L’alfabetizzazione digitale è necessaria alle piccole imprese

Per questo motivo, per il 93% degli intervistati è diventato quasi indispensabile poter trovare le piccole imprese su Internet. Tuttavia, essere presenti sul web non basta. “L’alfabetizzazione digitale è necessaria, certo, ma richiede tempo e impegno di cui molti proprietari di piccole imprese non dispongono – dichiara Richard Moody, direttore generale di Vista per l’Europa centrale, settentrionale e meridionale -. Per fortuna le Pmi non sono sole, Vista si propone come partner strategico per gli imprenditori e le piccole imprese che hanno bisogno di assistenza con la realizzazione dei prodotti per il marketing, sia fisici sia digitali”.

I 5 settori delle Pmi digitalizzate

Vista ha elaborato una classifica dei primi 5 settori in cui le piccole imprese e gli imprenditori hanno ordinato con più frequenza prodotti per il marketing, o hanno contrattato servizi web o consulenze digitali: servizi sanitari e sociali (17%), sport e fitness (11,9%), edilizia e ristrutturazioni (11%), arte e intrattenimento (7,3%), agricoltura e allevamento (7%).
“Prendersi cura di sé, in tutte le forme, è stata una priorità per molti consumatori durante e dopo la pandemia – aggiunge Moody -. Non stupisce, quindi, osservare la presenza in cima alla classifica di imprese legate alla salute fisica e mentale, alla cura del corpo, della casa e degli spazi in cui viviamo, o al cibo che consumiamo”.